Se siete alla ricerca di
solitudine e di pareti selvagge il Pilastro Vincent , sul versante sud del
Monte Rosa, fa sicuramente al caso vostro. Da Alagna il Monte Rosa appare
decisamente imponente, con le ripide seraccate dei ghiacciai delle Piode e Sesia incastonate tra gli speroni rocciosi che sono al piede delle
severe pareti di ben sei quattromila che si affacciano sulla Valsesia.
In particolare i versanti meridionali della Punta Parrot e della Punta Signal
sono ben evidenti . La cresta Signal, con il suo elegante profilo , chiude a
destra il versante valsesiano del Monte Rosa, ed è certamente e giustamente la
via più conosciuta e frequentata di tutto il versante. Il Pilastro Vincent si
trova invece sulla sinistra di questo arco di vette, sopra al Ghiacciaio delle
Piode; non porta direttamente su di un quattromila ma, un po’ come succede per
il Pilastro Rosso del Brouillard, finisce ancora sotto cresta e per la
precisione un centinaio di metri sotto il Col Vincent. L’avvicinamento molto
lungo e non banale, i luoghi selvaggi nei quali si sviluppa l’ascensione,
l’ottima qualità della roccia e la quota alla quale si arrampica, rappresentano
sicuramente altri punti in comune con il più famoso Pilastro Rosso.
La base di
partenza è la storica Capanna Gugliermina (3212m), un vero nido d’aquila che
già da sola rappresenta una meta di grandissimo interesse. Purtroppo, allo
stato attuale, manca un bel sentiero che
aiuti a raggiungerla ed è necessario quindi prepararsi ad una faticosa sgambata
con un notevole sviluppo e un dislivello di oltre 1800 m. Da quest’ultima, come per la Via degli
Italiani alla punta Parrot, si raggiunge la balconata sospesa del Ghiacciaio
delle Piode con facile arrampicata che di notte,alla luce delle frontali,
proprio banale non è… A questo punto il Pilastro è ben visibile, sulla
sinistra, poco prima del muro di seracchi del Col Vincent. Le due vie più
conosciute sono la Enzio-Antonietti e la Grassi-Meneghin, quest’ultima è quella
che ho avuto la fortuna di ripetere insieme ad Armando. La trovate ben
descritta da Gino Buscaini nella Guida ai Monti relativa al gruppo del Rosa.
L’itinerario è comunque molto logico, la roccia lavorata
dal gelo e disgelo è un pò rotta soltanto nella prima parte, dove è necessario
superare una evidente rampa verso sinistra e il successivo diedro canale per
tre lunghezze.
Da questo punto si prosegue per diedri e fessure con arrampicata
molto bella e su ottima roccia. Le due vie sopracitate si dividono all’altezza
di una terrazza posta a tre quarti dell’itinerario; la Enzio si sposta a destra
mentre la Grassi prosegue in un diedro a sinistra e si porta sul il filo del
pilastro. In posto si trova poco materiale ma ci si protegge bene con friends
(fino al 3 BD). Il pendio di neve che difende il Col Vincent non è
particolarmente ripido ma in presenza di neve marcia o non assestata potrebbe
presentare delle difficoltà (più di protezione che di progressione ovviamente).
Una volta al colle la vetta è vicina, la discesa evidente e la solitudine
terminata…