Sergio Deleo - Il Blog

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lunedì 5 agosto 2019

TOUR RONDE parete ovest - Lo Couis


L’abbiamo chiamata “ Lo Couis “ ( il vento gelido)

TOUR RONDE - parete ovest
 
·         Circa 250 m per otto lunghezze
·         Roccia buona
·         Bella arrampicata in diedri e fessure
·         Soste spittate e qualche spit lungo i tiri , in particolare nel secondo/quarto/settimo, i più impegnativi.
·         Difficoltà tra il 5c e il 6b (da confermare)
·         Necessaria ampia scelta di friends , sino al quattro BD
·         Parete fredda, prende il sole nel pomeriggio
·         Prestare attenzione ad alcuni blocchi, in particolare alla fine della prima e all’inizio della settima lunghezza.

Con Valerio, ad inizio Luglio abbiamo attrezzato una linea sul versante ovest della Tour Ronde. Su questo versante della montagna, che va dall’entrata della goulotte Rébuffat sino all’imbocco del Couloir Gervasutti, la via più conosciuta dagli “antichi “come il sottoscritto è sempre stata quella del  Pilier Payot. Alla destra di quest’ultimo si trova la bella linea della “ Fessura dei Burattini “ ( Ravello - Mochet- Musi) e a seguire credo altre tre linee che si sono perse nel tempo la più impegnativa delle quali penso possa essere “La lenteur ou la grasse” di J.Annequin. Più recentemente sono state effettuate delle aperture invernali da parte di  Nick Bullock ed Ezio Marlier.
Lo Couis sale sul lato destro della parete superando prima un bel pilastro rossiccio, poi la parete articolata che porta alla cresta che si affaccia sul couloir Gervasutti per ritornare sul filo di cresta da sud. Otto lunghezze, delle quali la sesta è su di una facile rampa obliqua e l’ultima supera un breve muretto per portarsi tra i gendarmi del filo di cresta. La roccia è buona, ciononostante purtroppo, nei tiri si incontrano alcuni blocchi che è meglio non smuovere. La gradazione è certamente suscettibile di modifiche (arrampicando in apertura tra trapano e svariati carichi non è facile rendersi conto dell'effettiva difficoltà nei passaggi). Via nuova?  La quarta lunghezza potrebbe coincidere con un tratto della via di J. Annequin che parte più a sinistra mentre in uscita, sulla cresta che dà sul couloir Gervasutti , probabilmente si incontra la linea della via Suchet che da relazione sembra partire e passare invece più a destra. A nostro parere si tratta comunque di un lato della parete che meritava una riscoperta.

Sergio De Leo – Valerio Glarey (G.A.)

Provo a farvi una relazione fotografica. Vi ho indicato gli spit in quei tiri tratti dove possono dare un idea della linea di salita.
prima lunghezza - 45 m - 5c - 1 spit dopo 25 metri -friends piccoli...
seconda lunghezza, sulla sinistra della sosta - 45m - 6a -


seconda lunghezza parte superiore - qualche spit

terza lunghezza - 45m - 5c - uno spit
particolare terza lunghezza
quarta lunghezza prima parte - 5c

quarta lunghezza parte centrale-fessura ascendente a destra-5c
quarta lunghezza parte alta - 6a+ qualche spit - lunghezza tot 40m
quinta lunghezza prima parte - facile - a destra della sosta
quinta lunghezza parte centrale - 5b
quinta lunghezza parte alta - 5a lung.tot 45 m

sesta lungezza - facile rampa diagonale a destra versante sud - 20 m
settima lunghezza prima parte - 40m -6a qualche spit

settima lunghezza parte alta - 6b qualche spit
L'ultima lungezza di 5b porta ai gendarmi della cresta (15m- 1 o 2 spit). Si può proseguire verso la vetta della Tour Ronde ma i gendarmi della cresta non anno l'aria molto rassicurante. Discesa in doppia lungo la via.









































































































lunedì 21 gennaio 2019

Pilastro Vincent - via Grassi / Meneghin


Se siete alla ricerca di solitudine e di pareti selvagge il Pilastro Vincent , sul versante sud del Monte Rosa, fa sicuramente al caso vostro. Da Alagna il Monte Rosa appare decisamente imponente, con le ripide seraccate dei ghiacciai delle Piode e  Sesia incastonate tra gli  speroni rocciosi che sono al piede delle severe pareti di ben  sei  quattromila che si affacciano sulla Valsesia. In particolare i versanti meridionali della Punta Parrot e della Punta Signal sono ben evidenti . La cresta Signal, con il suo elegante profilo , chiude a destra il versante valsesiano del Monte Rosa, ed è certamente e giustamente la via più conosciuta e frequentata di tutto il versante. Il Pilastro Vincent si trova invece sulla sinistra di questo arco di vette, sopra al Ghiacciaio delle Piode; non porta direttamente su di un quattromila ma, un po’ come succede per il Pilastro Rosso del Brouillard, finisce ancora sotto cresta e per la precisione un centinaio di metri sotto il Col Vincent. L’avvicinamento molto lungo e non banale, i luoghi selvaggi nei quali si sviluppa l’ascensione, l’ottima qualità della roccia e la quota alla quale si arrampica, rappresentano sicuramente altri punti in comune con il più famoso Pilastro Rosso.

 La base di partenza è la storica Capanna Gugliermina (3212m), un vero nido d’aquila che già da sola rappresenta una meta di grandissimo interesse. Purtroppo, allo stato attuale,  manca un bel sentiero che aiuti a raggiungerla ed è necessario quindi prepararsi ad una faticosa sgambata con un notevole sviluppo e un dislivello di oltre 1800 m.  Da quest’ultima, come per la Via degli Italiani alla punta Parrot, si raggiunge la balconata sospesa del Ghiacciaio delle Piode con facile arrampicata che di notte,alla luce delle frontali, proprio banale non è… A questo punto il Pilastro è ben visibile, sulla sinistra, poco prima del muro di seracchi del Col Vincent. Le due vie più conosciute sono la Enzio-Antonietti e la Grassi-Meneghin, quest’ultima è quella che ho avuto la fortuna di ripetere insieme ad Armando. La trovate ben descritta da Gino Buscaini  nella  Guida ai Monti relativa al gruppo del Rosa. L’itinerario è comunque molto logico, la roccia lavorata dal gelo e disgelo è un pò rotta soltanto nella prima parte, dove è necessario superare una evidente rampa verso sinistra e il successivo diedro canale per tre lunghezze. 




Da questo punto si prosegue per diedri e fessure con arrampicata molto bella e su ottima roccia. Le due vie sopracitate si dividono all’altezza di una terrazza posta a tre quarti dell’itinerario; la Enzio si sposta a destra mentre la Grassi prosegue in un diedro a sinistra e si porta sul il filo del pilastro. In posto si trova poco materiale ma ci si protegge bene con friends (fino al 3 BD). Il pendio di neve che difende il Col Vincent non è particolarmente ripido ma in presenza di neve marcia o non assestata potrebbe presentare delle difficoltà (più di protezione che di progressione ovviamente). Una volta al colle la vetta è vicina, la discesa evidente e la solitudine terminata…