Sergio Deleo - Il Blog

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venerdì 23 settembre 2016

Gran Paradiso parete est



 
 Tra le vie di questa estate, caratterizzata da molte fasi di tempo bello e stabile, ricordo con piacere particolare la salita alla parete est del Gran Paradiso. Raggiungere i Bivacchi Pol e Grappein , posti in fondo alla Valnontey e circondati dal ghiacciaio della Tribolazione, è già di fatto una gita lunga e appagante. L’impegno fisico è notevole e la parte finale è di fatto di carattere alpinistico. Da questo incredibile nido d’aquile, la linea di ascensione risale  il ghiacciaio, passando ai piedi della Punta di Ceresole e della Cresta Gastaldi, supera poi la terminale e l’evidente scivolo nevoso che porta sulla cresta poco a nord della vetta.
 


  Non si tratta certo di una via particolarmente impegnativa ed è infatti classificata  AD+, si sviluppa però in uno degli ambienti più belli e selvaggi del gruppo del Gran Paradiso, lontano dalle folle di alpinisti provenienti  dai rifugi Vittorio Emanuele e Chabod. Alcuni anni fa ero salito con Valerio da questo versante  per ripetere quella che è stata per molti anni  l’antica via Normale da Cogne, passando dal colle dell’Ape, a monte della Cresta Gastaldi e risalendo al Passo Vaccarone per poi seguire la parte finale della normale dalla Valsavarenche. Per molto tempo ho poi pensato di collegare l’ascensione alla est ad un impegnativo Tour del Gran Paradiso, progetto senz’altro fattibile e molto interessate. Inverni e primavere sono trascorsi, tante , tantissime le gite effettuate ma, aimè , non sono mai riuscito ad organizzare il famoso Tour . Così questa estate, approfittando di un momento freddo seguito ad un violento episodio di mal tempo, ho deciso di mettere fine all’attesa e a metà Luglio sono salito ai Bivacchi con l’inossidabile Daniela. Ad aiutarmi nella decisione sono state in realtà anche le belle immagini della parete avute gentilmente da “ Chicca “ , che in un post di Gulliver descriveva la propria gita al Gran Paradiso dal Passo Vaccarone. Abbiamo quindi trascorso un piacevole pomeriggio al bivacco Pol, ad osservare il variare delle luci sul gruppo del Gran San Pietro, sulla Becca di Gay e la Testa di Valnontey, mentre ci concedevamo la meritata merenda.

 








Il mattino successivo, risalito il plateau superiore del ghiacciaio della Tribolazione praticamente privo di crepacci e “scandagliata” la crepaccia terminale, ben superabile al centro parete, abbiamo rapidamente risalito la est e raggiunto la vetta. Buon rigelo e neve trasformata, meteo ottima , vento debole. Insomma un’ascensione senza storia o,  al contrario, una bellissima giornata in montagna con un’amica con cui condividere le stesse emozioni, in un luogo selvaggio e al contempo  su una delle montagne più frequentate delle Alpi. Per quello che mi riguarda,ora le classiche sugli scivoli nevosi o glaciali del gruppo del Gran Paradiso sono terminate, adesso mi tocca inventarmi qualcosa…..Un ringraziamento a simpatico Fabrizio Sardanapoli che ha condiviso con noi la serata al bivacco e che ha scattato la bella foto della parete che apre il  post. Nel sito la relativa galleria fotografica.

sabato 3 settembre 2016

Monte Bianco versante Brenva - Le Réveil de l'ours - estate 2009



 
Qualche giorno fa, scendendo da Introd,  ero come sempre assorto nel guardare il Monte Bianco. Anche quest’anno, in pochi giorni,  il caldo torrido dell’anticiclone africano ha purtroppo rovinato le condizioni dell’alta montagna, almeno per quello che riguarda i grandi itinerari di misto. Sul versante Brenva ad inizio estate del 2009 ho aperto, con Marcello Sanguineti, un itinerario che credo interessante e del quale vi do qualche dettaglio. La linea in questione, da noi battezzata “ Le Réveil de L’ours “,  segue il lato destro dello Sperone della Brenva alternando tratti di terreno misto a brevi risalti rocciosi. Ne risulta un itinerario di poco più difficile dello Sperone ma un pò più vario. L’attacco, come per la variante Gussfeldt è purtroppo sotto il tiro di una barra di seracchi ed impone quindi una certa velocità nell’ascensione. Del resto quando si varcano le porte di questo angolo selvaggio del Monte Bianco è bene essere in pace con i propri angeli custodi…..Segue poi una zone di facili goulottes che porta al pendio mediano. Il salto roccioso successivo si supera con una bella lunghezza in un evidente diedro, tra lame di granito e lingue di ghiaccio. Ancora un ripido pendio con vista sulle grandi cornici del colle della Brenva e ci si trova alla base del “Picciolo”, il salto roccioso sul quale si arriva anche dalla via classica e dal quale si entra nel muro di seracchi finale. Si supera il Picciolo con una breve lunghezza rocciosa e ci ricongiunge allo Sperone della Brenva (800m 5+ 75°).

  








A noi questo itinerario è piaciuto, a me poi, che l’avevo studiato e disegnato mentalmente su molte immagini, ha dato ovviamente molta soddisfazione. Che annata il 2009,  nel cercare di ricostruire la salita mi sono ritrovato con gli altri appunti di quella fantastica stagione alpinistica:  Colton e Ginat alle Droites, via degli Inglesi sul versante Nant Blanc dell’Aiguille Verte, Integrale di Peuterey al Bianco,  Gervasutti al Picco Gugliermina,  Gervasutti alla Est delle Jorasses,  Gervasutti e Fourastier all’Ailefroide, De Amicis al Cervino. Devo dire che a volte mi sento stanco e penso  “ va bè, dopo quasi quarant’anni di alpinismo ci sta “   forse però non sono i tanto i molti  anni di attività a pesare quanto piuttosto gli effetti di quelle poche super stagioni e delle grandi battaglie combattute!










Nel sito trovate la relativa galleria fotografica