I primi giorni di Luglio,
sfruttando le buone condizioni di inizio stagione, sono stato con Daniela a
ripetere la cresta Triftjigrat al Breithorn occidentale. L’ultima delle linee
classiche di questa catena che ancora mi mancava. Si tratta di una via prevalentemente
glaciale e non priva di pericoli oggettivi, visti i grandi seracchi che
dominano il Triftjiplateau. L’ambiente è grandioso, alla sinistra l’elegante
linea della più impegnativa cresta Young ed in basso, verso nord, il grande
fiume di ghiaccio del Gorner. Partire dalla Gandegghutte , come abbiamo fatto
noi, non è una scelta disprezzabile. Consente infatti di avere “a vista” il
percorso da seguire per portarsi alla base della cresta. Il ghiacciaio da
attraversare in questa zona è pianeggiante e privo di nodi di crepacci
particolarmente complessi. Ovviamente si può anche scendere diagonalmente da
Plateau Rosà, come peraltro avevo fatto in passato con Simona per ripetere la
Supersaxo . Le ultime caldissime stagioni hanno però molto movimentato questa parte
del Unter Theodule gletsher rendendone l’attraversamento notturno in alcuni
casi (una volta si sarebbe detto “a stagione avanzata” ma oramai si potrebbe
dire oltre metà luglio…) non banale e pericoloso.
La prima parte della
Triftjigrat si presenta rocciosa e si aggira facilmente per pendii nevosi. Si
segue poi la bella cresta nevosa che con qualche breve e non difficile salto di
misto porta inizialmente ad un primo plateau e successivamente al
Triftjiplateau vero e proprio, dominato dalle grandi seraccate che
caratterizzano l’ultima parte dell’itinerario. Quest’ultima la si affronta
verso destra, attraversando rapidamente la spianata ed aggirando le scariche
per poi risalire i ripidi scivoli sotto la vetta. L’esposizione a nord est fa
sì che il sole arrivi ad illuminare la parte alta della parete molto presto
rendendo il paesaggio “molto pittoresco” ma favorendo anche la comparsa di
ghiaccio già ad inizio stagione o la destabilizzazione dei pendii nevosi in
caso di forte sovraccarico. A seconda delle condizioni nell’ultimo tratto si
può scegliere se salire direttamente verso la cima, superando o zizzagando tra
brevi tratti di misto o se, come nel nostro caso vista la presenza di uno
strato superficiale di neve fresca, piegare verso sinistra e raggiungere la
vetta seguendo o bordeggiando una costola rocciosa. Con noi sull’itinerario di
salita tre cordate svizzere, su quello di discesa invece…, “il mondo”
alla conquista del più facile dei Quattromila che, pazientemente, cerca di
concedersi a tutti.