Autunno e inizio inverno sono le
stagioni favorevoli alle ascensioni nella terra che è un po’ il “CROCEVIA DEI
VENTI” , la magica Patagonia . Nel
novembre del 2011 con Marcello Sanguineti e Damiano Barabino riuscimmo a coronare un nostro grande sogno
percorrendo la famosa Supercanaleta del
FItz –Roy. Si tratta di una via aperta nel 1965 da Comesana e Fonrouge sul versante nord di
questa impressionante montagna. Il dislivello
di oltre 1600 metri e la complessità vanno ben oltre la difficoltà pura
dell’itinerario considerato anche il terribile e temibile clima di queste
terre australi. Bisogna quindi avere la fortuna di imbroccare una finestra di
bel tempo sufficientemente lunga per salire e scendere dalla montagna,
tenendo conto anche della parte alta
dell’avvicinamento. Infatti una volta lasciata Piedra Negra e soprattutto una
volta superato il passo del Quadrado vento forte, poca visibilità e valanghe possono complicare
non poco un approccio o un rientro dopo l’ascensione. Risulta evidente come in
alta montagna in generale ma in
Patagonia in particolare, la velocità
nell’ascensione risulti essere sinonimo di sicurezza. Quando si pensa alla Supercanaleta
generalmente ci si immagina una salita stile Supercouloir del Tacul integrale
ma lunga il doppio. In realtà le maggiori difficoltà sono , a mio parere, su
roccia.
la zona a destra della canaleta dove passa la via |
I tiri ripidi su ghiaccio non sono molti e si trovano, ovviamente, al
termine del mega canalone iniziale(1000 m !) e nella strozzatura che segue . Da
quando, salendo, ci si porta a destra del grande canale, inizia un’ascensione
prevalentemente rocciosa, difficile nell’arrampicata ma anche nella ricerca
dell’itinerario. Con un paio di scarpette e la roccia asciutta in questo tratto
si potrebbe guadagnare moltissimo (anche
in divertimento) ma è evidente che ben difficilmente si possono trovare
condizioni simili. In questa sezione,
come dicevo, la linea migliore non è evidente e le tipiche condizioni
patagoniche, con la roccia intonacata di
ghiaccio , non sono certo di aiuto ! Noi nel 2010 , una volta raggiunto lo
spigolo che chiude a destra la conca in cui si insinua la Supercanaleta, ci
siamo tenuti sempre sul “lato canaleta”
non molto lontano dallo spigolo stesso, seguendo fessure e camini. Nella parte
alta un camino particolarmente svaso e
stretto ci ha portato sul filo che abbiamo poi brevemente seguito sino ad una
sella caratteristica . Si tratta infatti di una bella terrazza larga e in piano
posta sotto il castello sommitale , sfortunatamente battuta dai forti venti da ovest. Poche
settimane dopo ci siamo ritrovati nello stesso punto uscendo dalla via dei
Californiani.
cordate impegnate nel difficile superamento delle torri |
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Dalla terrazza siamo scesi pochi metri a sinistra e abbiamo seguito una fessura che dalla cresta non è ben visibile e che porta ad un terrazzino dove abbiamo poi bivaccato. Qualche metro più in alto e a destra un evidente diedro, seguito da terreno più facile, porta nuovamente in cresta. Le ultime torri si aggirano sul versante ovest scendendo alla base della larga schiena sommitale (qui iniziano le doppie dirette nella Super Canaleta). A questo punto la vetta non è lontana e la si raggiuge tra pendii di neve o ghiaccio e blocchi di roccia. La discesa si può effettuare lungo la Supercanaleta, verificando gli ancoraggi per un numero infinito di doppie, oppure sul versante opposto, lungo la Franco Argentina (Soluzione da noi utilizzata dopo l’ascensione della via Californiana in considerazione però della mia conoscenza della Franco Argentina).Lunghe giornate di lotta e grandi soci per una delle avventure più emozionanti che ho avuto modo di vivere tra le montagne del mondo (nel sito potete trovare la relativa galleria fotografica).