L’estate scorsa, a metà Agosto,
sono stato con Fabien all’Aiguille d’Argentière a ripetere l’Arrete du Jardin.
Avevo trovato la relazione alcuni anni fa, sul bellissimo libro di Mario
Colonel CHEMINS DU CIEL , ed era entrata immediatamente nei mie
programmi alpinistici. Si tratta di una lunga ed impegnativa salita di
arrampicata su granito fantastico, poco conosciuta e frequentata, in una delle
zone più belle del Monte Bianco. Mi viene in mente come paragone l’Arrete du
Diable al Tacul . La Jardin è almeno altrettanto impegnativa, forse anche di
più, e altrettanto bella. La linea da seguire è abbastanza evidente. Si può
dividere in tre parti distinte: con la prima ci si porta al Plateau e poi alla
base della prima cheminée; con la seconda, quella tecnicamente più impegnativa,
si supera quest’ultima e le successive difficoltà sino alla brèche dopo il
Casque; con la terza e ultima ci si porta in vetta aggirando i gendarmi finali
sulla destra. La via risulta ben
relazionata sulla Vallot ,
Chemin du Ciel, o anche su CamptoCamp. Il problema è semmai dato dalla
lunghezza dell’itinerario che obbliga a percorrerne almeno un primo terzo
ancora al buio, soprattutto se si intende rientrare a valle il giorno stesso
utilizzando la funivia dalla stazione del Lognan. Bisogna infatti calcolare
almeno quattro ore per rientrare dalla vetta agli impianti , con la discesa in
buone condizioni e senza concedersi grandi pause.
La prima parte della cresta
non presenta passaggi particolarmente difficili ma al buio è possibile fare
qualche breve variante più impegnativa. Pensare ad una seconda notte al
rifugio, magari con l’idea di ripetere una delle tante belle vie di arrampicata della zona il giorno
successivo, consentirebbe una partenza ritardata. Come sappiamo, con la luce
risulta tutto più evidente e facile. Si può anche pensare di saltare il rifugio
per andare direttamente a bivaccare sul Plateau con l’ovvio svantaggio di
essere però più carichi durante l’ascensione. L’arrampicata e di quelle un po’
rudi “Chamoniarde” , i gradi sono quelli di una volta e potete aspettarvi
svariato quinto e quinto superiore , gli ancoraggi per le doppie sono già
presenti. L’esposizione a sud fa sì che si pulisca e asciughi rapidamente dopo
gli episodi di maltempo. Sfortunatamente la discesa presenta un ripido canale
in neve o ghiaccio e un ghiacciaio che
può diventare molto complesso. In stagioni normali (non questa del 2017!!) ci
si possono aspettare buone condizioni sino a fine Luglio. Bisogna quindi
informarsi bene al rifugio. Vorrei darvi un idea dei nostri tempi ma la memoria non mi aiuta molto. Indicativamente : partiti verso le quattro ; un ora e mezza
alla base; prime luci sul plateau
ma “giorno vero” alla base della prima cheminée (era metà Agosto) ;
vetta per le dodici e mezza; funivia quattro e trenta. Buona salita.
parte finale della cresta vista dalla cima |