Sabato e Domenica ho approfittato dell’invito di Etienne sono stato ad arrampicare al Furkapass. In
effetti era da tempo che volevo visitare queste zone all’ estremo est delle
Bernesi. In particolare la bella vetta del Galenstock ha da sempre fatto parte
delle mie mete scialpinistiche . Volevo
andarci a inizio Giugno ma il caldo “ fuori scala” di quest’anno mi ha fatto
rinunciare. Nel fine settimana, con un tempo quasi freddo e un po’
nuvoloso, come spesso succede in queste
zone, siamo quindi stati a ripetere le vie Perrenoud e RoRu al Chili Bielenhorn
. Il versante sud di questa montagna presenta una bella parete di ottimo
granito alta circa trecento metri a circa un’ ora dalla macchina. Conviene
partire dal parcheggio con l’indicazione per
la Sidelen hutte, il secondo che si incontra scendendo dal passo verso
Andermatt. Si segue il sentiero per la capanna per 20 minuti e poco prima di
una evidente cascatella, dove il sentiero piega a sinistra in direzione della
morena, si prende una traccia verso destra che sale ad un ripiano con laghetto
per poi salire costeggiando e attraversando le pietraie.
Sabato , arrivando da
casa, avremmo voluto fare la Perrenoud
ma alla base c’erano molte cordate(probabilmente anche sfortuna perché la
Domenica eravamo in tre cordate in tutta la giornata).Abbiamo così cambiato
meta al volo. La via Roru attacca più in basso, dal sentiero che proviene dalla
Sidelen Hutte e che traversa sotto la parete. Sale su di un avancorpo a
sinistra e ben visibile dalla base della Perrenoud. Detto questo faccio anche
che sconsigliarvela, in effetti alcune lunghezze sono certamente belle ma la
via è a mio parere troppo ricercata, tra
pratini e cenge erbose. In realtà non l’abbiamo terminata, un po’ infreddoliti
e poco motivati. Con tutte le possibilità che vi sono in zona potete trovare
vie molto più interessanti e d’ambiente alle quali puntare, visto anche il
viaggio non indifferente. Le difficoltà sono tra il 5c e il 6a+ con un passo
tratto di 6b nel secondo tiro (che ci è sembrato meno impegnativo di altri
passaggi). La chiodatura è sicura (spit) ma l’obbligatorio, credo intorno al
6a+, non va preso alla leggera. Molto più logica la classica via Perrenaud , da
noi percorsa il giorno successivo, che segue l’evidente linea di diedri che
solca la parete. I primi tre tiri, con qualche ciuffo d’erba, non sono
eccezionali ma neanche brutti. Quelli che seguono sono invece molto belli e
impegnativi, in particolare il sesto e il settimo. Le difficoltà sono tra il
quarto e il 6a. Anche in questo caso si
tratta di una via certamente addomesticata dagli spit, dove si possono spesso
aggiungere dei friend, ma che rimane comunque tutt’altro che banale. Siamo
scesi in entrambi i casi sfruttando le doppie ben attrezzate.
Non trovando
posto nei rifugi siamo stati all’hotel Tiefenbach posto sulla strada e appena più in basso
(sempre scendendo verso Andermatt) del parcheggio di partenza per le vie.
Camerate da rifugio e mezza pensione intorno a i 75 franchi svizzeri. Tutto
“svizzero” ma comunque gentili. Due piacevoli giornate di arrampicata in un
ambiente tra il bucolico, molto verdeggiante e con le pecore al pascolo e
quello più severo e glaciale dell’alta montagna, sempre accompagnati
dall’inconfondibile fischio del trenino a cremagliera che, incredibilmente,
percorre queste strette valli alpine.