
Nel mese di giugno 2015, poco
prima dell’inizio dell’ultima torrida estate, sono stato con Daniela a ripetere
la parete nord ovest della Grivola. Percorrendo l’alta Valle d’Aosta è
difficile non rimanere colpiti dagli imponenti versanti settentrionali di
questa montagna, descritta dal Carducci come “ L ’ardua Grivola bella”. La sua forma piramidale ed un buon
innevamento, la rendono infatti particolarmente elegante. Al di sopra del
ghiacciaio sospeso del Nomenon si innalza la ripida parete nord-est, delimitata a sinistra dalla omonima cresta e a destra dalla cresta nord. Alla destra di
quest’ultima si trova la grande parete nord-ovest che scende dalla vetta fino
ai bei pascoli del vallone del Nomenon con un dislivello di ben 1700 m. Non si tratta certo
di un’ascensione particolarmente impegnativa ma comunque piacevole, allenante e
che offre degli scorci molto belli sulle montagne valdostane. Questo versante
va inoltre annoverato tra le più belle e classiche pareti nord del gruppo del
Gran Paradiso. Collezionare vette, pareti e itinerari, non credo debba essere
la motivazione primaria per un alpinista. Questo “stilare liste” dà anzi una connotazione riduttiva a questa passione
ma rimane comunque per molti una spinta
importante al nostro “ andare per montagne”.


Personalmente ho molte collezioni aperte, tra le quali quella ben
conosciuta delle vette oltre i quattromila metri delle Alpi.
Quella costituita dalla salita delle pareti Nord di questo gruppo montuoso è tra le poche che ho concluso ed è
certamente consigliabile. Fanno parte di questa lista la parete nord del Gran
Paradiso che è certamente la più conosciuta e apprezzata, seguita poi dalle
classiche pareti del Ciarforon e
della
Becca di Monciair. Altrettanto belle, selvagge e meno battute, sono poi le nord
della Becca di Gay e
della Roccia Viva,
in fondo alla Valnontey, e le due pareti orientali della Grivola. Su ognuno di
questi versanti è ovviamente possibile ripetere itinerari differenti, basti
pensare alla Becca di Gay con i suoi scivoli e speroni rocciosi. D’altra parte
alcune vie di salita sono purtroppo oramai scomparse a causa dei mutamenti
stessi delle pareti, dovuti ai cambiamenti climatici, come la Perruchon e la
Chiara che superavano direttamente i seracchi della Roccia Viva e del Ciarforon
oggi ormai scomparsi. Alle pareti prima citate ho poi aggiunto personalmente la
nord del Piccolo Paradiso, alla destra del pendio che sale al colle di
Montandayné e quella del Becco della Pazienza in Valnontey. Una classica del
passato per le guide di Cogne, era la nord della Punta delle Sengie che penso
oggi non riceva che rarissime
visite e che forse sarebbe
da rivalutare magari per gli amanti dello sci alpinismo e dello sci ripido,
ovviamente ben motivati (Peraltro quello che una volta sembrava una ravanata
pazzesca adesso fa parte delle tabelle di allenamento di qualsiasi scialpinista
dedito all’agonismo…).A margine di questa collezione vi segnalo ancora una
bella parete di neve e ghiaccio: la est del Gran Paradiso.


Pur non essendo
quest’ultima rivolta a settentrione, merita certamente una visita per il luogo
magico e solitario in cui si trova, posta com’ è a monte del tormentato
ghiacciaio della Tribolazione. Tornando alla nostra gita alla Grivola, posso
solo suggerire di andare a vedere con la luce il punto migliore per
attaccare.
Nel nostro caso era ancora
presente, sulla sinistra del vallone, una ripida lingua di neve che permetteva
di non dover salire fin verso il colle di Belleface, arrivando invece
direttamente all’omonimo ghiacciaio, alla base della parte più sostenuta della
parete. Se l’innevamento è buono le fasce rocciose si superano agevolmente per
ripidi canali ghiacciati e terreno misto.
Uscendo direttamente dalla parete ci si ritrova su di una torre della
cresta ovest dalla quale è necessario
ridiscendere
per proseguire per la vetta (utile una breve doppia). Conviene più comodamente
aggirare
questo ultimo risalto piegando
a sinistra fino a raggiungere la cresta nord. Per la discesa noi abbiamo
utilizzato proprio quest’ultima, anche se presenta qualche breve tratto ripido
in alto (45/50 gradi) e un tratto di roccia rotta nella parte bassa. In
particolare nell ’ultimo salto roccioso che precede i ghiaioni
la via è poco evidente ed è meglio prendersi
dei punti di riferimento il giorno prima dell’ascensione. La via normale sul
versante est è del resto generalmente ancora troppo innevata in primavera e non
credo sia vantaggiosa.