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Fine settimana del 25 settembre, giornate
bellissime e non troppo fredde. Sono
stato con Marco in Dolomiti , nel gruppo del Catinaccio, montagne delle
quali avevamo entrambi solo ricordi di gioventù. Abbiamo ripetuto le vie di Hans Steger al
Catinaccio e alla punta Emma. La prima supera con una linea molto logica e
diretta la grande parete sud-est del Catinaccio . L’arrampicata è varia e
supera diedri e camini, per essere una via dolomitica risulta quindi non troppo
esposta. La roccia è buona e solo raramente sorgono dubbi sulla tenuta di
qualche presa. Le due lunghezze iniziali sul muro giallo sono quelle più
fisiche, comunque le difficoltà sono ben distribuite su tutto l’itinerario.
Generalmente si integra piuttosto bene e solo all’uscita verso sinistra da un
camino della parte centrale della parete e nel superamento della placca del
penultimo tiro è necessaria particolare decisione. Non si può non rimanere
ammirati dall’intuito e dalle capacità tecniche di Steger, eccezionale
arrampicatore degli anni trenta.
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il secondo tiro di 5+/6 |
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ìl 5+ prima dell'ultima rampa finale verso destra |
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la placca del penultimo tiro |
Il sole in questa stagione arriva ai piedi
della parete poco dopo le otto. Usciti dall’ultimo profondo e scivoloso camino,
il terreno si fa immediatamente facile e appoggiato e si procede bene anche
slegati. In discesa abbiamo fatto tre doppie partendo dal primo intaglio della
cresta della via normale. L’inizio delle calate è molto evidente. Il Lunedì
siamo poi stati alla Steger alla punta Emma. Le difficoltà di questo itinerario
sono concentrate nella parte centrale. Questa via, in effetti, tolta la rampa
iniziale , un ultimo camino (non banale) e la successiva facile parte
terminale, si risolve in tre lunghezze ma che lunghezze! La prima e la terza
sono in traverso e la seconda supera una fessura e soprattutto un muro
aggettante. Le difficoltà sono ai confini superiori dell’ordine classico ma
decisamente sostenute e con poca possibilità di integrare. In particolare il
muro strapiombante di uscita dal secondo tiro e in misura leggermente
inferiore, la prima e l’ultima parte della terza lunghezza vanno affrontati con
determinazione. Fortunatamente mi ero già dato” indisponibile per i tiri
impegnativi” per qualsiasi itinerario successivo alla giornatona del
Catinaccio. E stato quindi Marco ad impegnarsi per il buon esito
dell’ascensione. La discesa , segnalata da ometti, risulta evidente. Un breve tratto molto esposto porta
all’ancoraggio per la doppia e dà qui rapidamente al sentiero per il rifugio Re
Alberto 1°.
Nel sito la relativa galleria fotografica.
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Punta Emma a sinistra della U |
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il tiro tra i due traversi |