Sergio Deleo - Il Blog

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sabato 15 ottobre 2016

Catinaccio e Punta Emma - via Steger



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 Fine settimana del 25 settembre, giornate bellissime e non troppo fredde.  Sono stato con Marco in Dolomiti , nel gruppo del Catinaccio, montagne delle quali  avevamo  entrambi solo ricordi di gioventù.  Abbiamo ripetuto le vie di Hans Steger al Catinaccio e alla punta Emma. La prima supera con una linea molto logica e diretta la grande parete sud-est del Catinaccio . L’arrampicata è varia e supera diedri e camini, per essere una via dolomitica risulta quindi non troppo esposta. La roccia è buona e solo raramente sorgono dubbi sulla tenuta di qualche presa. Le due lunghezze iniziali sul muro giallo sono quelle più fisiche, comunque le difficoltà sono ben distribuite su tutto l’itinerario. Generalmente si integra piuttosto bene e solo all’uscita verso sinistra da un camino della parte centrale della parete e nel superamento della placca del penultimo tiro è necessaria particolare decisione. Non si può non rimanere ammirati dall’intuito e dalle capacità tecniche di Steger, eccezionale arrampicatore degli anni trenta.

il secondo tiro di 5+/6







ìl 5+ prima dell'ultima rampa finale verso destra

la placca del penultimo tiro









 Il sole in questa stagione arriva ai piedi della parete poco dopo le otto. Usciti dall’ultimo profondo e scivoloso camino, il terreno si fa immediatamente facile e appoggiato e si procede bene anche slegati. In discesa abbiamo fatto tre doppie partendo dal primo intaglio della cresta della via normale. L’inizio delle calate è molto evidente. Il Lunedì siamo poi stati alla Steger alla punta Emma. Le difficoltà di questo itinerario sono concentrate nella parte centrale. Questa via, in effetti, tolta la rampa iniziale , un ultimo camino (non banale) e la successiva facile parte terminale, si risolve in tre lunghezze ma che lunghezze! La prima e la terza sono in traverso e la seconda supera una fessura e soprattutto un muro aggettante. Le difficoltà sono ai confini superiori dell’ordine classico ma decisamente sostenute e con poca possibilità di integrare. In particolare il muro strapiombante di uscita dal secondo tiro e in misura leggermente inferiore, la prima e l’ultima parte della terza lunghezza vanno affrontati con determinazione. Fortunatamente mi ero già dato” indisponibile per i tiri impegnativi” per qualsiasi itinerario successivo alla giornatona del Catinaccio. E stato quindi Marco ad impegnarsi per il buon esito dell’ascensione. La discesa , segnalata da ometti, risulta  evidente. Un breve tratto molto esposto porta all’ancoraggio per la doppia e dà qui rapidamente al sentiero per il rifugio Re Alberto 1°.
Nel sito la relativa galleria fotografica.
Punta Emma a sinistra della U
il tiro tra i due traversi