Ancora una settimana all’insegna della variabilità con però
anche qualche bella giornata. Ne ho approfittato per andare a trovare Marco, compagno nella spedizione al Makalù del 2006, che gestisce con la famiglia il rifugio al
passo Staulanza. Con suo figlio Luca, giovanissimo ma già super appassionato
di montagna, mercoledì 6 abbiamo
ripetuto la via Cecilia al Cason de Formin.
Bell’ambiente per questo piccolo gruppo dolomitico facilmente accessibile dal passo Giau e bella via piuttosto impegnativa (V+/VI). Otto lunghezze per 250 metri di parete. Nel terzo tiro, considerato quello chiave, non è male avere doppi almeno i friends 1 e 2 BD visto che la fessura da superare è di larghezza piuttosto regolare e che i chiodi in posto sono pochissimi. Il penultimo tiro risulta anch’esso sostenuto oltre che piuttosto lungo. La discesa si effettua bene a piedi per cenge e ripidi canali pietrosi.
Venerdì 8 con Marco e Luca abbiamo poi ripetuto la via dei Bolognesi alla grande parete Costeana. Si è in realtà trattato di un ripiego, in effetti i bei diedri della via Buzzi-Priolo al Gran Diedro, ancora molto bagnati, ci hanno costretto ad un rapido cambio di programma. Purtroppo la via dei Bolognesi a noi non è piaciuta molto: ad una prima parte non difficile ma interessante e solida, segue una seconda con roccia dubbia e detriti. Con le stesse difficoltà si trovano sicuramente in zona vie più "remunerative".
Il verde intenso dei pascoli dolomitici, in una estate così piovosa, e l’imponente muro giallo ocra delle Tofane, sopra Cortina, rendono il paesaggio comunque sempre incantevole. Peccato che l’orogenesi alpina non abbia fatto nascere i “ monti pallidi “ qualche centinaio di chilometri più vicino alla Valle d’Aosta!
Bell’ambiente per questo piccolo gruppo dolomitico facilmente accessibile dal passo Giau e bella via piuttosto impegnativa (V+/VI). Otto lunghezze per 250 metri di parete. Nel terzo tiro, considerato quello chiave, non è male avere doppi almeno i friends 1 e 2 BD visto che la fessura da superare è di larghezza piuttosto regolare e che i chiodi in posto sono pochissimi. Il penultimo tiro risulta anch’esso sostenuto oltre che piuttosto lungo. La discesa si effettua bene a piedi per cenge e ripidi canali pietrosi.
Venerdì 8 con Marco e Luca abbiamo poi ripetuto la via dei Bolognesi alla grande parete Costeana. Si è in realtà trattato di un ripiego, in effetti i bei diedri della via Buzzi-Priolo al Gran Diedro, ancora molto bagnati, ci hanno costretto ad un rapido cambio di programma. Purtroppo la via dei Bolognesi a noi non è piaciuta molto: ad una prima parte non difficile ma interessante e solida, segue una seconda con roccia dubbia e detriti. Con le stesse difficoltà si trovano sicuramente in zona vie più "remunerative".
Il verde intenso dei pascoli dolomitici, in una estate così piovosa, e l’imponente muro giallo ocra delle Tofane, sopra Cortina, rendono il paesaggio comunque sempre incantevole. Peccato che l’orogenesi alpina non abbia fatto nascere i “ monti pallidi “ qualche centinaio di chilometri più vicino alla Valle d’Aosta!