Salendo alla Tresenta, al Ciarforon o alla Monciair mi sono
spesso sorpreso, come molti di voi sicuramente, a guardare verso nord e ad
immaginare il tracciato della via normale al Gran Paradiso nel tratto dove
questo compie una larga semicurva verso sinistra costeggiando la torretta
somitale della Becca di Moncorvè. Come molti di voi ho osservato l’imponente fascia rocciosa che sostiene il
ghiacciaio del Gran Paradiso, dove si snoda quella parte del tracciato e
l’alto muro di ghiaccio sospeso sulla parete.
L’estate scorsa, finalmente, ho
ripetuto, in compagnia di Marco e Alessandro, la via Lorenzi che supera, appunto, il versante sud-ovest della Becca di
Moncorvè. Si tratta di un impegnativo e
sostenuto itinerario di 450 m, che segue un evidente sistema di fessure.
Aperto nel 1971 ricorrendo, come ovvio per l’epoca, in molti tratti all’artificiale è stata considerata per molti anni come la via di arrampicata più difficile del gruppo. Non a caso Oviglia, nel suo libro Rock Paradise, la paragona alla Bonatti al Gran Capucin (
Probabilmente è stato proprio questo paragone a incuriosirmi).
Le relazioni a disposizione danno il 5a/A1 come difficoltà obbligatoria ma credo di non sbagliarmi nel ritenere piuttosto stretta questa valutazione. Quella complessiva è comunque ED/ED+. I chiodi presenti lungo la via sono pochi e sono generalmente concentrati alle soste. E' quindi necessaria un’ampia scelta di friends fino al numero 4 BD.
La roccia, una volta superato lo zoccolo, è di buona qualità anche se sulle cenge sono presenti blocchi
mobili. Malgrado l’esposizione la parete risulta generalmente fredda .
La presenza di nevai agevola il superamento dello zoccolo basale . Un sicuro punto a favore è rappresentato dalla facile discesa lungo la normale del Gran Paradiso. Per quello che riguarda la nostra salita , si è trattato, come da previsioni, di una dura lotta con l’Alpe che ci ha visto nell’immediato vincitori, ma con quanti anni di meno….? (nel sito la relativa galleria fotografica)